Alice Munro: Due racconti. Il ponte galleggiante e Ortiche
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ALICE MUNRO GRANDE AUTRICE DI RACCONTI BREVI:IL PONTE GALLEGGIANTE e ORTICHE
Alice Munro è autrice di origine canadese che Jonathan Franzen ha definito “LA PIU’ GRANDE AUTRICE VIVENTE DEL NORD AMERICA”.Alice Munro, è stata premio Nobel per la letteratura 2013. È cresciuta a Wingham, Ontario. Ha pubblicato numerose raccolte di racconti e un romanzo. Fra i molti premi letterari ricevuti, pertre volte il Governor General's Literary Award, il National Book Critics CircleAward, l'O. Henry Award e il Man Booker International Prize. I suoi racconti appaiono regolarmente sulle più prestigiose riviste letterarie. Dell'autrice Einaudi ha pubblicato Il sogno di mia madre (2001), Nemico, amico, amante... (2003), In fuga (2004), Il percorso dell'amore (2005), La vista da Castle Rock (2007 e 2009), Segreti svelati(2008), Le lune di Giove (2008), Troppa felicità (2011), Chi ti credi di essere? (2012), Danza delle ombre felici (2013), Uscirne vivi (2014) e Lasciarsi andare (2014).Alice Munro privilegia, pressoché esclusivamente,un'attenzione particolare all'universo della donna ed utilizza in maniera pregevole la forma del racconto breve: lo scenario su cui si muove è la realtà canadese moderna o descrive vicende recuperate dalla memoria dei suoi personaggi. Il mondo dalla Munro è, per lo più, quello di una società meschina, gretta e arretrata. La scrittura si contraddistingue per tagliente secchezza, assenza di retorica,raffinata tecnica di dialoghi che mette in evidenza una straordinaria empatia e un rapporto di connubio coi personaggi, nonché la capacità di descrivere in modo stringente e geniale i sentimenti e le esperienze più intime e segrete, le amarezze, i momenti di azione fatale, le fratture irrevocabili, le minime e inaspettate pieghe del dramma
DUE MERAVIGLIOSI RACCONTI DI ALICE MUNRO CHE VI INVITO A LEGGERE
Un grandissimo racconto “ IL PONTE GALLEGGIANTE” di Alice Munro che mi ha suscitato profonda impressione e una grande sorpresa: Anche qui la protagonista è una donna, come abbiamo prima anticipato.. Una grave malattia sta minando la sua vita, ma, ecco invece che, la consueta reazione dell’essere umano,tempestato da dubbi e preoccupazioni, ecco che il vissuto del proprio dramma prende una piega insolita. Sensazioni, umori sono sviscerati e scandagliati in maniera originale,e senza dubbio la reazione della protagonista è fuori da tutti gli schemi prevedibili. La scrittrice propone vicende e riflessioni su temi originali al di là di ogni aspettativa scontata e il lettore abituato al ghetto dell’abbandono e alla solitudine disperata nella malattia, sarà trascinato in un finale sorprendente.
Un incontro a sorpresa illuminerà il vuoto e il dolore si trasformerà in una situazione di leggerezza che sfocerà in un finale luminoso e radioso.
Grandissimo lavoro di una trentina di pagine, luminoso e radioso come la protagonista.
Sulla spinta della curiosità ho letto ancora un altro racconto della Munroe: ORTICHE
Il seguente racconto è risultato ancora più bello del primo e quindi assieme ad altri letti in precedenza ripropone e mi convince una volta ancora di più che questa scrittrice può essere considerata fra i massimi autori del racconto breve. Pochi in realtà, a mio parere possono rivaleggiare con la Munro e qui dobbiamo scomodare l’antica tradizione italiana di Boccaccio per finire a Svevo, Joyce e soprattutto i grandi tedeschi Kleist ‘800 (Il terremoto in Cile, Marchesa di O ) a Thomas Mann a Rilke e Boll. Ma anche altri grandi del firmamento della letteratura.
Andiamo al racconto le ORTICHE
La trama narra di un amore memorabile nato e vissuto durante l’adolescenza fra due ragazzi che si ripropone ed esplode molti anni dopo durante un incontro casuale e imprevisto.
Un dolcissimo e tenero amore fra due adolescenti, sincero,inconsapevole avvolge e si consuma nello spazio di qualche settimana, anche qui per un incontro casuale fra le due famiglie dei rispettivi ragazzi.
Lui, figlio di un tecnico perforatore di pozzi, Lei che vive in una fattoria in campagna.
La complicità che nasce, la gioia e la serenità di una coppia di giovani e ingenui adolescenti che gli adulti guardano con qualche dubbio e con gli occhi straniti. Uno stare assieme tanto meraviglioso da far dimenticare che il tempo presto o tardi sarà finito e cosi improvvisamente i due si perderanno per sempre.
Dopo molti anni, da adulti già maturi, ecco all’improvviso il reincontro, presso amici comuni, (il mondo in questo caso è veramente piccolo); i due si ritroveranno con alle spalle esperienze di vita vissuta complicata e persino dolorosa.
Ed ecco esplodere subito una fiamma d’amore che era rimasta latente. I due, in un incontro memorabile, in un campo di golf, rimangono sorpresi dall’immancabile temporale che li costringe a ripararsi e nascondersi anche agli occhi degli altri. Tenersi per mano, stringersi, abbracciarsi e poi teneramente baciarsi.
I protagonisti di questo struggente racconto non si incontreranno mai più e soltanto in poche righe lapidarie si legge la conclusione di questo amore:
“Un amore non utilizzabile, che sapeva stare al suo posto (qualcuno lo definirebbe non vero, perché non rischierebbe mai di farsi tirare il collo, nè di trasformarsi in una battuta volgare, ne di consumarsi penosamente) Un amore che non rischia niente, ma che si mantiene vivo come una goccia di miele, una risorsa sotterranea: Con il peso di questo nuovo silenzio venuto a sigillarlo.
Non chiesi mai a Sunny (l’amica che li aveva fatti rincontrare) notizie di Lui, ne Lei me ne diede."