La vergogna di Annie Ernaux
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La vergogna di Annie Ernaux
Questo libro autobiografico della Ernaux non è stato di mio gradimento. È un racconto breve della scrittrice francese imperniato su un episodio sconvolgente della sua vita. La ragazza aveva dodici anni quando suo padre in uno scatto d’ira, troppo a lungo trattenuta, aveva tentato di uccidere sua madre con una roncola staccata dal muro.
“Non è successo niente”, dirà la madre, per minimizzare; ma la frattura nella psiche dell’adolescente la segnerà per sempre.
Cresciuta in un piccolo borgo della Normandia, in un microcosmo bigotto e austero fra scuola privata religiosa e il negozio di famiglia, fra la pochezza di una vita troppo quieta, fra le ristrettezze degli anni del dopoguerra, il racconto cerca di scandagliare con spietata lucidità i problemi psicologici di Annie che non si rimargineranno facilmente. Un quadro gelido di poco interesse che mi ha angustiato, non tanto per le descrizioni statiche, ma proprio il continuo accanimento di imposizioni e tabù, ripetute e continue, specchio comunque e purtroppo dell'epoca.
Questa volta la Ernaux mi è sembrata un po' deludente, e forse un po' sottotono, mentre la scrittura è sempre impeccabile e molto precisa, eppure l'autrice mi ha sempre interessato e mi ha coinvolto con le precedenti opere come: "Una donna" e " L'altra figlia" dove riesce maggiormente a sviluppare un discorso di formazione senza queste continue lungaggini e descrizioni meticolose,
Non ho finito il racconto e per, diverso tempo sono rimasto bloccato nonostante un certo impegno; non so se a voi, diversamente da me, è piaciuto.